lunedì 29 novembre 2010

palazzo delle esposizione di via condotti.

Ieri la mia coscienza mi ha detto: veh ferarein guarda che ti devi un po' evolvere: sei a Roma, fatti almeno un museo o una mostraciattola, dai su; o vuoi rimanere nella tua totale ignoranza?.
Effettivamente il ragionamento non faceva una pecca. Così mi ritrovo in fila a Palazzo delle Esposizioni: mostra sul Messico con la possibilità di andare a curiosare sul rapporto tra arte e ritualità popolare. Bellissimo direi.
Dodici euro e mezzo? Come dodici euro e mezzo? Per vedere una mostra dodici euro e mezzo? Vabbè dai, sono soldi che vanno alla cultura e quindi decisamente non sprecati. Pago, smadonno mentalmente, ed entro.
La prima cosa che mi ritrovo davanti e un megavideo del fuoco di dieci metri per cinque. La seconda una arredamento fichissimo, fatto di cubi e cassettoni che reggevano vetrine. Infine, come terzo e ultimo livello di osservazione, delle bellissime sculture messicane illuminate con effetti da film horror.
Il giorno prima ero stato in via dei condotti, la via dei turisti (e dei burini). La prima cosa che si notava erano luci e videoproiezioni, la seconda l'arredamento con cassettoni che reggevano vetrine, e infine, come terzo ed ultimo livello, il prodotto che vendevano.
La conclusione? Ovviamente disastrosa: ma come si fa a spendere centinaia di migliaia di euro per l'allestimento di una mostra e non metterci nemmeno un misero divanetto?

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