sabato 23 luglio 2011

precario, cap. 2

Premetto. Non ce l'ho con i precari, anzi, ci sono dentro anch'io a piedipari.
Ma, per favore, la definizione precario è una presa in giro. Per vari motivi, che elenco di seguito:
- il "precario" è un termine inventato da politicanti che appartengono ad una categoria e una generazione che a ridotto i trentenni a una codizione lavorativa miserevole. Ci riducono in queste condizioni e poi ci commiserano anche?? mi sa un po' di presa in giro.
- il "precariato" non è la condizione attuale: siamo messi ben peggio. Perchè il problema è che il lavoro non c'è. Altrochè precario, peggio, molto peggio. E allora definire il problema come "precario" mi sembra al quanto riduttivo: come dire ad un malato di leucemia che il suo problema è il mal di denti. mi sa un po' di presa in giro.
- il "precario" è quello che non ha il "posto fisso" e il "posto fisso" è il modello lavorativo che per trentanni a paraculizzato l'italia creando un sistema di lavoro in cui l'obiettivo non era 'costruire qualcosa' ma 'piazzare il proprio fondoschiena al caldo'. Questo, economicamente ha dato parecchia tranquillità (sopratutto alle banche in caso di mutuo) ma ha pesantemente influito sulla mentalità, sull'assenza di stimoli, e su una pigrizia ormai diffussissima. Essere considerati precari significa avere ancora come riferimento un sistema socio-economico che ci ha ridotto a una condizione ben peggiore del precariato. mi sa un po' di presa in giro.
La battaglia per il precariato è sacrosanta e indiscutibilmente giusta. Nel mio primo post ho ricevuto commenti in cui i precari venivano difesi. Non ho mai attaccato i precari, sia ben chiaro. Con questi post voglio solo istigare ad una visione più concreta in cui si prende atto che molti mestieri (come quelli legati alle costruzioni edili) non hanno più senso di esistere e che molti altri si devono reinventare o comunque modificare perchè le esigenze e i desideri delle persone stanno rapidamente (e forzatamente) cambiano.
O ce ne andiamo tutti in cina e india oppure è il momento di costruire qualcosa di nuovo. Quest'ultima ipotesi, se ci pensate bene, è una gran bella occasione per vivere meglio.

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