mercoledì 7 dicembre 2011

L'economia italiana si basa sul..uhm...cazzeggio?

L'altro giorno in diretta tivù c'era il governo che presentava l'emendamento: ici, irpef, accise, pensioni, sgravi, tassazioni, rapporti con l'ue, scudo fiscale, etc. etc. (etc è 'eccetara' e non una sigla di una nuova tassa).
Sono un imbianchino, decisamente italiano medio, e quindi la maggior parte delle cose non le ho capite. Però una cosa sì, mi è chiara: un piccolo prelievo, ad esempio sulla benzina di 10 centesimi, moltiplicato per milioni di persone diventa uno grosso incasso per lo stato. Questo banale meccanismo mi ha dato da pensare ad una cosa: da buon italiano medio ho un'esigenza come la stragrande maggioranza degli italiani: andermene in piazza, beccarmi con i miei amici, prendere un caffè, fare due chiacchiere e poi magari ci facciamo un giro e ci infliamo in qualche negozietto e ci compriamo qualche minchiatina; in una parola: cazzeggiamo!
Ma questo diventa sempre più impossibile per via che le piazze sono impraticabili, i negozi chiudono e quelli che rimangono sono tuttiguali e le iniziative che intrattengono in piazza sempre meno e sempre più pallose. L'alternativa è il centro commerciale, ma come tutti, ci vado da solo, solo per comprare, e ci sto il tempo per l'acquisto.
Avete mai sentito un tedesco dire "vado in piazza?" oppure "ci troviamo in centro?".
E allora mi domando: ma che danno economico da dieci centesi per milioni di persone provoca lo spostamento dalle piazze italiane ai centri commerciali in stile americano-tedesco?
E allora la realtà delle piazze e non quella degli Statisti è che tutti i grafici germanofili che costruiscono maxiemendamenti pieni di lettere siglate non potranno mai essere economicamente così efficienti come un microemendamento in favore del sacrosanto cazzeggio italico!
firmato: ITALANO MEDIO.

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