lunedì 1 marzo 2010

Arte=Stilo (ho scritto giusto: intendevo proprio stilo, non stile).

Proviamo a guardare l'arte non più in modo orizzontale, e cioè secondo il tipo di linguaggio, ma in modo verticale, cioè secondo la sua funzione. Vedremo che le suddivisione cambia completamente: non avremmo più pittura, musica, cinema, etc., ma due enormi categorie: intrattenimento/distrazione e carica/vitalità.
Ci troveremmo una situazione del genere: artisti come jeff Koons insieme a cantanti come i Muse e registi come Muccino da una parte, e artisti come Jan Fabre, Quentin Tarantino e Radiohead dall'altra. I primo si "occupano" di intrattenere/distrarre i secondi di caricare/vitalizzare.
A questo punto e dovorosissima una precisazione per non cadere in un idea di massima. Non ritengo l'Intrattenimento/distrazione negativi. E' evidente che ha causa della televisione c'è un sovraccarico di intrattenimento/distrazione, ma questo non significa che intrattenere e distrarre sia negativo, tutt'altro: sono assolutamente indispensabili per scaricare e staccare dallo stress; si impazzirebbe senza distrazione. Il sovraccarico è il problema, ma questo è un'altro discorso.
Ma torniamo al nostro discorso. Se la suddivisione fosse verticale si avrebbe un grosso vantaggio sopratutto da un punto di vista sociale e (addirittura!!!) economico: maggior carica e vitalità significa maggior forza di volontà, maggior felicità e quindi maggior produttività (questo è un principio banale detto da tutti).
La situazione attuale vede però un forte scompenso: la funzione dell'arte come distrazione/intrattenimento è riconosciuto e ipersviluppato (vedi anche tivù, sopra citata) il ruolo di carica/vitalità e sconosciuto e marginale. Un esempio concreto: per trovare intrattenimento e sufficiente uscire di casa e recarsi in qualsiasi cinema oppure affidarsi a qualche buon programma televisivo (spesso la tivu non fa ne anche intrattenimeto ma spruzza solo nervosismo), mentre per trovare qualcosa che carichi occorre aspettare quei 2/3 film all'anno oppure cercare in giro per l'italia mostre o concerti adatti a questa esigenza.
Il problema è, fondamentalmente, che il ruolo dell'arte come "vitalizzatore","caricatore", come "stilo" delle persone e della vita di tutti i giorni non è minamente considerato.
O, peggio ancora, non viene considerato la necessità vitale che le persone abbiano bisogno di vitalità e carica per vivere meglio.
Finisco così? Con questa conclusione negativa? Che brutto.

1 commento:

  1. A me hai caricato, invece! Perchè mi accorgo che in molti la pensiamo nello stesso modo e questo potrebbe anche significare che siamo alla vigilia di un cambio di rotta.
    Ne sono sicura.

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