mercoledì 13 ottobre 2010

Colui.

"Alla Cattolica è venuto Fiorello; settecentocinquanta studenti sono andati alla sua conferenza. Quando viene presentato un libro interessante ne vengono venti, ventuno al massimo. Vi rendete conto? Io vorrei prendere tutti i nomi dei settecentocinquanta ragazzi e quando vengono all'esame bocciarli".
Questa affermazione, detta con tono schifato, viene direttamente da un prof universitario della Cattolica.
Si può essere anche d'accordo sul contenuto della frase ma l'atteggiamento è del tutto fuori luogo. Per due motivi.
Il primo. Porsi in una posizione di superiorità non serve a nulla, anzi, fa solo danno perchè e il modo migliore per provocare anti-dialogo e attrito. Se si vuole influenzare la cultura dei ragazzi bisogna provocare un dialogo e non ripudiarla in questo modo.
Il secondo è la deresponsabilizzazione. Ritenere "E' colpa loro", scaricando tutto sugli altri è il modo migliore per non fare nulla.
Questo atteggiamento di superiorità è tipico di molti intelletuali che amano vivere dentro al fichissimo mondo dell'arte, delle lettere, della filosofia, e completamente fuori dalla realtà.
Coloro che devono fare cultura non si preoccupano della cultura.

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