venerdì 29 gennaio 2010

Officina della Arti - Commento all'intervista della Direttrice Farioli


Scrivo questo post in replica ad un intervista della Direttrice dei Musei Elisabetta Ferioli uscita sul il Resto del Carlino del 29 gennaio.
Di seguito i miei commenti, ovviamente strattamente di carattere personale e non rappresentativi di nessuno al di fuori di me.

in maiuscolo le frasi della Farioli.
C'E' UN PO' DI NERVOSISMO
Personalmente non vedo nessun nervosismo.
Per quanto mi riguarda sono più che contento di poter utilizzare un atelier splendido come quello in Officina e di aver incontrato moltissimi creativi reggiani che costituiscono un underground particolare e unico per una città di provincia. Ho indubbiamente un'altra idea di Officina rispetto alla Gestione Attuale sopratutto perchè credo sia una struttura che abbia una grande potenzialità inespressa. Ma il fatto di avere un punto di vista diverso non mi da alcun motivo di innervosirmi.
MA CINQUE PRIVATI NON POSSO AVERE USO ESCLUSIVO DI UNA STRUTTURA PUBBLICA.
Ma chi ha mai voluto uso esclusivo della struttura pubblica? Si chiaro: nessuno ha mai preteso l'uso esclusivo di officina. Nell'articolo noi atelieristi abbiamo solo chiarito il ruolo degli atelier e qualcuno (Azio) si è lamentato di averci rimesso i soldi.
L'ATRIO E' RIMASTA DI COMPETENZA DEI MUSEI.
Questa è la confermato della sovrana gestione e responsabilità dell'officina da parte dei Musei e il ruolo secondario degli atelier. Questa era la sostanza delle miei risposte nell'intervista sul giornale e del post nel blog. Mi ha fatto piacere che la Farioli lo abbia confermato.
LORO CREDENDO CHE AVREBBERO AVUTO FONDI.
Nessuno ha mai creduto e detto di volere fondi. Non è mai stata un'illusione o un'utopia ne tantomeno una pretesa. Quindi alludere che i fondi siano un problema provocato dagli atelier non è corretto.
Tra l'altro come atelier (sunghe ed io) abbiamo lavorato inzialmente proprio su questo problema: ci siamo occupati di coinvolgere partner, associazione, gallerie, cooperative e curatori che fossero in grado di collaborare sul piano dell'organizzazione, della comunicazione e della sponsorizzazione. Il coinvolgimento c'è stato ed ha fruttato una buona stagione (quella 2007) con costi da parte del comune pari, se non minori, rispetto a quelli attuali (ora le mostre hanno un biglietto di invito e manodopera che aiuta nell'allestimento, quel ciclo di mostre no). Per la fase successiva era previsto il coinvolgimento di partner che collaborassero alla realizzazione di eventi sperimentali come work in progress, seminari ed incontri tra diverse discipline (nella prima fase l'impostazione era per buona parte tradizionale). Ma non è andato a buon fine perchè non abbiamo più ricevuto la programmazione da parte del comune (anche se rischiesta da più atelier). Ripeto quello che ho detto nei post precedenti: è legittimo da parte dei Musei non comunicare con noi ma valutare solo i nostri progetti. Ma è stato altrettanto leggittimo da parte dei partner la richista di conoscere "quando", "come", "e con chi", si sviluppava l'evento che dovevano sostenere; non avendo ottenuto nessuna risposta la collaborazione dei partner è decaduta. Il principio su cui lavoriamo (sunghe ed io) è quello di cosiderare progetti e considerare come questi possono essere finanziati, più che considerare direttamente progetti che costano zero (si rischia una qualità bassa).
L'AFFLUENZA ATTUALE A NOI VA BENE, ENTRANO CIRCA 7MILA PERSONE L'ANNO.
Premetto che i numeri, cioè la "massa" non deve essere un dato di successo della struttura, perchè la "massa" non significa gradimento e coinvolgimento (vedi televisione). Comunque, dal momento che si è tirato in ballo l'argomento "numeri" è bene approfondirlo. L'affluenza deriva da questi "canali" (in ordine dal più grande al più piccolo).
- La stragrande maggioranza (nell'articolo è anche precisato una cifra, 4mila, direi verosimile) del pubblico è portata dagli spettacoli e dai corsi del Cento Tatrale MaMiMò. Piccola divagazione: credo che i numeri del MaMiMò potrebbero aumentare notevolemente se molti spettacoli anzichè essere realizzati in Atelier si svolgessero nello spazio centrale, decisamente più capiente.
- Una grossa fetta è dovuta alla frequentazione privata degli atelier, cioè visitatori che passano in Officina non per Eventi ma quotidinamente per incontrare gli atelieristi. Se si considera che dal nostro - sunghe ed io - passano mediamente 20 persone a settimana tra incontri, riunioni, artisti di passaggio, etc. si raggiunge sommando i 365 giorni un numero elevato.
- Altra fetta consistente sono i concerti organizzati da Icarus Ensamble, Strange Vertigo e Amaro!.
- Ultima fetta deriva dalla mostre di durata mensile, che portano un buon numero di partecipanti all'inagurazione e nei giorni successivi pochissime persone, mediamente da 0 a 5.
Conclusione: quasi tutti i 7.000 visitatori sono portati dalle attività degli atelier.
SIAMO ABBASTANZA CONTENTI DI COME VIENE SFRUTTATO IL LUOGO. SOPRATUTTO SE DOBBIAMO FARE I CONTI CON LE MOSTRE CHE SI SVOLGONO IN CENTRO.
In Officina delle Arti per le mostre vengono da 0 ad un massimo di 5 visitatore. Se le mostre in Centro hanno numeri minori credo debba essere motivo di riflessione generale non di soddisfazione su l'andamento di officina.
Inoltre la Farioli considera e paragona Officina come "spazio espositivo"; questo non fa altro che confermare quello che volevo precisare nell'intervista (i Musei considerano Officina uno spazio tradizionale). Se, però, consideriamo la "struttura" e le funzioni che contiene Officina, bar-atelier-esposizioni, il paragone con altri spazi esclusivamente espositivi decade e il paragone più corretto e con altre strutture polifunzionali come, ad esempio, il Centro Loris Malaguzzi.
LA SCORSA RIUNIONE A FINE DICEMBRE ABBIAMO ESPOSTO LORO GLI APPUNTAMENTI FINO A MARZO.
A fine dicembre non c'è stata alcuna riunione.
Inoltre se questo incontro fosse vero non sarebbe cambiato granchè: conoscere tre mesi di programmazione già pianificata, con Natale di mezzo e ancora da verificare la disponibilità a collaborare degli artisti già in calendario, come è possibile ideare-progettare-trovareartisti-trovarepartner per realizzare un evento decente!?

Sinceramente mi aspettavo dalla Direttrice qualcosa in più: sviluppare il discorso Officina considerando semplicemente il problema della richiesta fondi degli atelier (tra l'altro un non-problema) e specificando la soddisfazione per l'affluenza dei visitatori (tra l'altro quasi esclusivamente legata agli atelier) credo sia un'occasione mancata. Un articolo del Carlino può essere un opportunità che un Direttore di Museo può sfruttare per spiegare alla città le intenzioni, il programma, il futuro, e il coinvolgimento del pubblico rispetto ad un luogo che ha una funzione culturale importante.
Ma così non è avvenuto.

2 commenti:

  1. secondo voi, ci saranno qualche giornalisti che potrebbero interessare a analizzare problematica dell'officina dell'arti? vedo che sta scaldando,
    direi momento giusto avere un terzo occhio anche diversi che mette in luce i contrasti...omm_om_vi consiglio un pò di meditazione per poterlo
    incazzare meglio!!!

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