lunedì 31 maggio 2010

Mai guardare ciclismo e calcio insieme.

Ma vi rendete conto ieri che giornata era? Formula 1, calcio e ciclismo conteporaneamente! Ma vi rendete conto o no!? E' uno di quei giorni memorabili in cui si spegne il cellulare, si stacca il telefono di casa e si chiude il cervello in bagno con quattro mandate di serratura.
La situazione era questa. Alla televisione ho assegnato la partenza del gran premio e subito di seguito il Giro d'Italia e al computer la semifinale Play-off della Reggiana. Televisione da una parte e computer dall'altra. Visuale da Star Trek.
Lo so che mi state invidiando. Lo so benissimo.
Ma purtroppo le cose non sono andate per nulla bene. Ma non per motivi sportivi: sì la Reggiana ha perso ma il Giro d'Italia è stato vinto alla grande da Basso con Nibali terzo. Quello che non avevo considerato è che non bisogna mai vedere calcio e ciclismo contemporaneamente. Mai. Bisogna Vietarlo assolutamente.
Sul computer c'erano dei tizzi che giravano su un lucido campo verde. La velocità che raggiungevano era di due o tre all'ora. Mia nonna, del dodici, quando sale sul tram raggiunge una velocità almeno otto volte superiore.
Alla televisone c'erano dei tizzi che viaggivano come una moto sfiorando cordoli di cemento su un lucido pavè proscivolata.
Al computer i soliti tizzi quando si allontanavano dalla palla più di un metroemezzo si fermavano e guardavano in giro per lo più verso l'alto. Nuvole a pecorelle pioggia a catinelle.
Alla televisione gli altri tizzi continuavano ad andare a tutta, ma proprio tutta, guardando dritto e mettendoci l'anima e anche quel in più. E facevano così non da venti minuti prima come quelli delle nuvole, ma da venti giorni prima.
Al computer sempre i soliti tizzi appena venivano toccati crollavano perterra in condizioni disperate; e questa strategia ovvimente veniva utilizzata sotto di un gol cioè nel momento in cui è fondamentale non perdere tempo. Da Nobel.
Alla televisione sempre gli altri tizzi si rialzavano di scatto dopo essere finiti perterra a settanta all'ora. Subito sulla bici, non c'è tempo da perdere.
Al computer il direttore sportivo di quelli delle nuvole diceva "eh ma sono stanchi, sa il clima è caldo e hanno giocato solo cinque giorni fa"
Alla televisione il direttore sportivo di quelli che andavano ancora a tutta (devono ancora inserire l'intervallo tra il primo e secondo tempo nella tappe da duecento chilometri) diceva "sì, hanno fatto lo Zoncolan a tutta, il Mortirolo sotto il diluvio e il Gavia con due metri di neve, e tutti i giorni un ducento chilometri circa, ma la stanchezza non può essere una giustificazione".
Dopo aver verificato accuratamente che stavo vedendo due cose distinte e non un'unica scena dove una parte prende per il culo l'altra senza alcuna pietà, ho scoperto di essere gravemente razzista nei confronti di quelli che guardavano le nuvole al computer: oltre a utilizzare i più pesanti insulti in circolazione sparavo suggerimenti tecnici del tipo "in trasferta dovete andarci a piedi mica in aereo" oppure "altro che mandarvi in Ritiro, a fare la Ritirata di Russia vi dovono mandare".
Mentro offendevo pesantemente i tizzi al computer c'erano contemporaneamente i tizzi della televisione (stavano andando ancora a tutta) che venivano applauditi e incitati da una marea di gente lungo le strade. Tifosi di Basso che applaudivano e incitavano Evans che stava attaccando Basso; insomma uno spettacolo indecente.
Così ho spento la tivù. Basta applausi e gente che ci mette passione e anima. E ho continuato a offendere pesantemente gli altri delle nuvole. Checacchio, se no che senso ha lo sport?

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