lunedì 23 agosto 2010

Ruolo dell'Arte. Insisto.

Una definizione trovata sul libro di Giampaolo Fabris "La società post-crescita" provoca di conseguenza una riflessione sul ruolo dell'arte.
L'autore spiega come lo sviluppo economico attraverso il marketing e la pubblicità abbia imposto i Desideri e messo da parte i Bisogni: il Consumatore non soddisfa più i proprio Bisogni ma si è "spostato" sui desideri, cioè su qualcosa che nasce da motivazioni fittizie.
In sistesi, rispetto ai Bisogni (ad esempio nutrire, scaldare, etc.) c'è stato un'appanemento che ha portato a cosiderari primari aspetti fittizzi e astratti povocati da suggestioni pubblicitarie.

Rispetto a questa situazione come collochiamo l'arte?
Intanto bisogna premettere/ricordare che l'arte è un bisogno primario: contiene idee, pensieri, comunicazione, socialità e creatività, quindi l'essenza della vitalità umana.
Come per molti altri Bisogni anche l'arte ha subito la trasformazione in Desiderio ed è quindi diventato per lo più uno sfizio (in mano al Settore Lusso) di cui ne vengono esaltati aspetti fittizi come il cv degli artisti.

Ma cosa significa per l'arte questa situazione?
Dal mio rude e ottuso punto di vista i problemi sono due:
- L'assenza dell'arte rispetto alla cultura. L'arte rinchiusa - giustamente - nei Musei e negli spazi adibiti per proteggersi dalle mazzate massmediali delle realtà, da tempo non ha più influenza sulla cultura generale e la società. (Questo è un aspetto che ho detto e ridetto in un questo blog e non solo).
- Da un punto di vista becero-commerciale la tendenza attuale del Consumatore (ricco e non) si sta portando decisamente verso un consumo "diverso" dove la ricerca del prodotto è molto più attento verso aspetti reali come l'impatto sull'ambiente e la salute della persona stessa. Questo sta dando sempre più valore a prodotti biologici, ecocompatibili e legati alle energia rinnovabili. Quindi vi è una chiara tendenza a spostarsi dal Desiderio per riavvicinarsi al Bisogno.
Tendenza che in arte non ha ancora dato segnali.

Fin qui, però, e solo analisi della realtà ma non è realtà.
Chi sono Coloro che hanno il ruolo e la responsabilità di guidare il "settore" arte verso il Bisogno stabilendo un ruolo primario per la realtà e la cultura generale?
Non saprei.

P.S. Il mio post è una critica al Mondo dell'Arte non perchè mal funzionante ma perchè non ha un tendenza allo sviluppo e all'innovazione se non linguistica e autorferenziale.
Non trovo i Musei luoghi orribili da smantellare - come i politicamente corretti vorrebbero - ma, al contrario, li considero come spazi fondamentali che permettono di conservare una ritualità e un'attenzione (come avviene negli edifici religiosi) di cui molte opere d'arte hanno bisogno.

P.S.2 La lettura del libro di Fabris nasce da un'esigenza personale/professionale, precisamente dalla difficoltà di quest'ultimo periodo nel vendere quello che produco. Una frustrazione forse (lo ammetto finalmente) come c'è alla base di molti che come me criticano e brotolano.
Non mi rassegno, forse testardamente, all'idea che è un problema di 'quadri troppo grandi' che 'sopra al divano non ci stanno'. Non mi è chiaro come mai non produco "opere di nicchia" (che hanno bisogno di letture concettuali) ma quadri e video che catturano l'attenzione di un ampio pubblico (video Madre è la maggior conferma) ma questo interesse non si traduce in vendita quando il mercato dell'arte (e non solo) campa sull'interesse del pubblico.
Insomma vorrei capire un po' meglio la realtà e come quello che produco può essere effettivamente e concretamente legato a questa.

Nessun commento:

Posta un commento