giovedì 8 luglio 2010

E GIU' BOTTE!


Un pestaggio fatto come si deve prevede due passaggi fondamentali: il primo è isolare il soggetto, e il secondo randellarlo per bene.
Ora se osserviamo la situazione psicofisica della cultura degli ultimi decenni non possiamo non notare come chi la gestita ha dimostrato una spiccato senso del pestaggio.
Mi spiego meglio: per anni buona parte del settore cultura era in mano agli Intelletuali di Sinistra i quali, coerentemente con i loro ideali di uguaglianza, ritenevano che la cultura doveva essere tutelata dal popolo becero. Così l'hanno presa di peso e portata in un angolino isolata da tutti.
Una volta messa all'angolo sono arrivati gli amministratori di destra, che hanno pensato bene di finirla, cioè prenderla a mazzate 'che tanto non serve a nessuna una cosa lì nell'angolo che costa e basta'.
Una perfetta alleanza quindi tra sinistra e destra. Allenza talmente solida che nel momento più pesante del pestaggio della destra la sinistra ha coerentemente taciuto. Si è alzata solo una voce proveniente dalla destra che, tra lo stupore di tutti, ha detto "fate un po' più piano!". Anche di fronte a questo dissidente la Sinistra a taciuto ed è rimasta coerente con il proprio operato.
Prima o poi ci sarà un processo e, come per tutti i precessi per delitto, i due imputati si accuseranno a vicenda.
I giudici saranno accusati di qualunquismo dalla stampa e il processo cadrà in prescrizione.
Mentre qualcuno va a ballare il liscio a gottano e qualcun'altro si lameterà sul proprio blog.

mercoledì 16 giugno 2010

IRAN (ancora)


Finisco su Porta a Porta.
La trasmisione è interessante: si parla della Dichiarazione di Guerra di Mussolini. Ospiti interessanti: Albertazzi, alcuni storici, nessun politicante e Frattini-Minstro degli Esteri. Resto lì a guardare.
Per sbaglio Vespa fa questa domanda al Ministro Frattini :"Ahmadinejad può essere associato in qualche modo ad Hitler?". Frattini spiattella la verità: dopo aver premesso che il contesto non è lo stesso del trentanove, non solo conferma la pericolosità del regime dei Mullah ma spiega anche chiaramente quello che può succedere: il punto cruciale sarà quando l'Iran avrà pronto la bomba atomica e non avrà ancora pronto l'innesco: in quel momento l'Intelligence israliana riferirà al Governo Israeliano che il pericolo è concreto e ci sarà una reazione forte.
Vespa sbianca, si appoggia al tavolo del salottino televisivo, e cambia immediatamente argomento.
Se c'è una nazione al mondo da evitare accuratmente di attaccare è Israele: un governo predisposto alla guerra con l'Intelligence e la forza militare più potente del mondo, collocato nella zona più nervosa del mondo.
Questo da perfettamente l'idea di come il Movimento Verde che si ribella al regime iraniano stia faccendo una battaglia che va ben oltre all'Iran.

mercoledì 2 giugno 2010

Louise Bourgeois


Solo per ricordare l'arte geniale di Louise Bourgeois.
Le sue opere sono Passione Pura. Ne figurative, ne astratte, ne contemporanea, ne antiche, ne erotiche, ne pudiche. Sono Icone della Passione. Talismani della Passione. Una Passione Femminile, e quindi il massimo della passione umana (i maschi in fatto di passione sono perdenti rispetto alle donne).

lunedì 31 maggio 2010

Mai guardare ciclismo e calcio insieme.

Ma vi rendete conto ieri che giornata era? Formula 1, calcio e ciclismo conteporaneamente! Ma vi rendete conto o no!? E' uno di quei giorni memorabili in cui si spegne il cellulare, si stacca il telefono di casa e si chiude il cervello in bagno con quattro mandate di serratura.
La situazione era questa. Alla televisione ho assegnato la partenza del gran premio e subito di seguito il Giro d'Italia e al computer la semifinale Play-off della Reggiana. Televisione da una parte e computer dall'altra. Visuale da Star Trek.
Lo so che mi state invidiando. Lo so benissimo.
Ma purtroppo le cose non sono andate per nulla bene. Ma non per motivi sportivi: sì la Reggiana ha perso ma il Giro d'Italia è stato vinto alla grande da Basso con Nibali terzo. Quello che non avevo considerato è che non bisogna mai vedere calcio e ciclismo contemporaneamente. Mai. Bisogna Vietarlo assolutamente.
Sul computer c'erano dei tizzi che giravano su un lucido campo verde. La velocità che raggiungevano era di due o tre all'ora. Mia nonna, del dodici, quando sale sul tram raggiunge una velocità almeno otto volte superiore.
Alla televisone c'erano dei tizzi che viaggivano come una moto sfiorando cordoli di cemento su un lucido pavè proscivolata.
Al computer i soliti tizzi quando si allontanavano dalla palla più di un metroemezzo si fermavano e guardavano in giro per lo più verso l'alto. Nuvole a pecorelle pioggia a catinelle.
Alla televisione gli altri tizzi continuavano ad andare a tutta, ma proprio tutta, guardando dritto e mettendoci l'anima e anche quel in più. E facevano così non da venti minuti prima come quelli delle nuvole, ma da venti giorni prima.
Al computer sempre i soliti tizzi appena venivano toccati crollavano perterra in condizioni disperate; e questa strategia ovvimente veniva utilizzata sotto di un gol cioè nel momento in cui è fondamentale non perdere tempo. Da Nobel.
Alla televisione sempre gli altri tizzi si rialzavano di scatto dopo essere finiti perterra a settanta all'ora. Subito sulla bici, non c'è tempo da perdere.
Al computer il direttore sportivo di quelli delle nuvole diceva "eh ma sono stanchi, sa il clima è caldo e hanno giocato solo cinque giorni fa"
Alla televisione il direttore sportivo di quelli che andavano ancora a tutta (devono ancora inserire l'intervallo tra il primo e secondo tempo nella tappe da duecento chilometri) diceva "sì, hanno fatto lo Zoncolan a tutta, il Mortirolo sotto il diluvio e il Gavia con due metri di neve, e tutti i giorni un ducento chilometri circa, ma la stanchezza non può essere una giustificazione".
Dopo aver verificato accuratamente che stavo vedendo due cose distinte e non un'unica scena dove una parte prende per il culo l'altra senza alcuna pietà, ho scoperto di essere gravemente razzista nei confronti di quelli che guardavano le nuvole al computer: oltre a utilizzare i più pesanti insulti in circolazione sparavo suggerimenti tecnici del tipo "in trasferta dovete andarci a piedi mica in aereo" oppure "altro che mandarvi in Ritiro, a fare la Ritirata di Russia vi dovono mandare".
Mentro offendevo pesantemente i tizzi al computer c'erano contemporaneamente i tizzi della televisione (stavano andando ancora a tutta) che venivano applauditi e incitati da una marea di gente lungo le strade. Tifosi di Basso che applaudivano e incitavano Evans che stava attaccando Basso; insomma uno spettacolo indecente.
Così ho spento la tivù. Basta applausi e gente che ci mette passione e anima. E ho continuato a offendere pesantemente gli altri delle nuvole. Checacchio, se no che senso ha lo sport?

venerdì 21 maggio 2010

PITTURA: pittori e costruttori di immagini.


Una mia idea, totalmente personale e ampiamente non condivisibile, mi porta a distinguere due Specie ben precise all'interno del "Genere Pittura": i Pittori e Costruttori di Immagini.
I Pittori sono artisti che trasmettono benessere attraverso il modo di pitturare: come e dove piazzano i colori, la forma dei segni, le macchie, insomma è la pittura che "comanda" al di sopra dell'immagine e del contenuto; di questa specie fanno parte artisti come Baselitz, Vedova e Marlene Dumas. I Costruttori di Immagini invece sono artisti che utilizzano il mezzo pittorico per costruire immagini e quindi si riceve benessere attraverso quello che "dice" l'immagine; di questa specie fanno parte artisti come Botero, Stefano Di Stasio, Enrico Robusti e Fulvio di Piazza.

Trovo divertente come questa differenza sia evidente non solo nelle opere, ma anche quando gli artisti vengono fotografati davanti alle proprie opere.
Il Pittore è "dentro" al quadro anche se si trova lì fuori, guarda solitamente un po' incarognito nel vuoto; capita di notare più l'opera di lui come se non ci fossero due piani ma solo un'unico.
L'artista Costruttore di Immagini invece si trova effettivamente lì davanti all'opera, è presente, e guarda l'osservatore in modo attento (sembra pronto a fare una lunga e coridale chiacchierata) e l'opera si trova la dietro come un finestra aperta su un'altro mondo.

Ho qualche dubbio. In generale però.

P.S. è veramente brutto definire grandi artisti 'costruttori di immagini', ma purtroppo il mio italiano limitato non mi porta oltre ad una banale definizione.

lunedì 17 maggio 2010

"Desert Generation" - Ruolo dell'arte (ancora!)

Questo post, come altri in precedenza, criticano il mondo dell'arte, anzi il Settore Arte. Ma attenzione, questo post come altri in precedenza, non critica la qualità dell'arte ma il Ruolo del Settore Arte rispetto alla Cultura e alla Società.
Come tutti ben sappiamo, la Cultura e società non godono di un periodo di particolare splendore. L'arte può essere fondamentale per la buona salute della realtà quotidiana. Lo credo non per una visione romantica dell'arte, ma per aver visto applicate le arti applicate a persone che avevano necessità rispetto alla propria vita nel quotidiano. L'arte può avere un fondamentale ruolo di "batteria" di "alimentatore di vita" rispetto alla società e alla mentalità delle persone.
Se la situazione culturale non è delle migliori (dalla forte presenza della televisione trash all'interno della società e della cattiva politica all'interno di ognicosa) l'Arte ha le sue grosse responsabilità: l'atteggiamento è quello di defilarsi dalla realtà (addirittura realtà in arte è generalmente un concetto linguistico e non è associato a "quello che avviene nel mondo")per limitarsi a rivolgersi ad un pubblico di compiacenti "che ne capisce".

E' una critica al ruolo dell'arte che mi è tornata inevitabilmente in mente leggendo un progetto artistico interessantissimo.
In un angolo di un giornale specializzato nel Settore Arte ho trovato "Desert Generation" un progetto ideato da artisti palestinesi e israeliani che vogliono sollevare il problema dell'occupazione della Cisgiordania.
"Desert Generation" comprende centinaia di immagini inviate via e-mail da artisti provenienti da Israele, Palestina e da tutto il mondo, in risposta ad una mail a catena. Le immagini, stampate su fogli A4, sono state raccolte e appese alle pareti senza alcun editing e modifica.
Un progetto, anzi una mega-opera d'arte costruita a più mani, che ha sollevato un problema storico nel modo giusto: non ci sono i buoni da una parte e i cattivi dall'altra: c'è un opressione dovuta alla guerra che coinvolge tutti, israeliani e palestinesi. Un atteggiamento ancor più forte e positivo se si considera che nasce da un contesto di totale rabbia, quello tra Palestina ed Israele. L'arte è il mezzo migliore, la forma più efficace, lo stimolo più forte per concretizzare le idee e i principi del progetto.
Quindi fin qui tutto bene: ottima idea, ottimi principi, ottimo l'atteggiamento, ottimo il coinvolgimento e ottima la qualità dell'opera.
Un arista tedesco, Hans Haacke, ha partecipato al progetto e per rendolo ancor più efficace (=far conoscere alla gente il problema della Cisgiordania) lo ha portato alla Biennale di Venezia, cioè in uno dei luoghi dell'arte più importanti del mondo. Un'idea anche questa ottima se non fosse che la Biennale, cioè il "mezzo" che doveva servire ad arrivare al pubblico, non arriva alle persone, al di là di qualche osservatore attento (inoltre, in mezzo al calderone della biennale e difficile esserlo!).
Il Progetto è quindi rimasto lì, al centro del mondo dell'arte, ma ai margini, se non fuori, dal mondo normale, dalla realtà e dall'informazione. Il problema della Cisgiordania, raccontato nel modo migliore, non è arrivato alle persone che ne sanno a malapena qualcosa attraverso i giornali che lo raccontano secondo i buoni e cattivi.
Inevitabile l'osservazione: ma se uno degli eventi più importati dell'arte mondiale come la Biennale, non ha la forza di arrivare alla cultura e alla società che ruolo l'arte può avere nella vita di oggi?

mercoledì 12 maggio 2010

Promemoria: Migranti dal corno d'Africa


Più che un post è un promemoria.
Molti ragazzi stanno viaggiando nel Sahara per tentare di arrivare in Europa in cerca di pace e lavoro. Molti vengono da paesi in guerra, altri vengono dalla miseria. Tutti sono in viaggio da settimane in condizioni estreme. Piccoli eroi.
Alcuni tra qualche ora, altri tra quelche giorni, altri ancora tra qualche settimana, arriveranno in Libia. Lì verranno accolti dalla Polizia che li considera bestie e li rinchiuderà in carcere.
Qualche tempo fa ci sono stati articoli di giornale, trasmissioni tivu (ricordo anche un Porta a Porta con ospite Montezemolo), che trattavano il problema, ma ora basta, più nulla. Finito.
Il problema non esiste più?